Diversamente da quanto verrebbe da credere, di rado una vittoria fulminea rappresenta motivo di grande vanto per una squadra del Gioco del Ponte.
Ci si allena per un anno intero tre volte a settimana tra rinunce e sacrifici inenarrabili, e poi tutto finisce in pochi secondi. Non è proprio il massimo. Se proprio deve durare poco e c’è da asfaltare un avversario, allora che sia quantomeno di pari livello. Almeno.
Ecco perché la vittoria del 1998 contro i Dragoni in 1 minuto e 16 secondi, 76 secondi totali, non è proprio tra le nostre preferite. Rappresenta però la vittoria più veloce della nostra storia (da quando i combattimenti vengono cronometrati) ed è giusto ricordarla.
Per carità è capitato un po’ a tutti di vincere in pochi secondi, fa parte del Gioco, ma è altrettanto vero che non ha lo stesso sapore di una vera vittoria.
Un combattente vuole vincere una battaglia in cui si suda fino alla morte, meglio ancora se contro un avversario più forte.
Questa è la scintilla che dà le motivazioni giuste per sopportare centinaia di ore all’anno con 250 chili sulle spalle.
Per poter godere davvero della vittoria, ogni buon combattente sa che dovrà uscire dal carrello sfiancato dalla fatica, dopo aver resistito ai feroci attacchi dell’avversario, possibilmente nella sfida più incerta e memorabile della storia. Questa è la vittoria che fa godere il vero combattente e il vero amante del Gioco. E che speriamo di poter riassaporare presto.
W il Gioco!
Evento Facebook: LINK